
Piove ancora.
Pioveva ieri e anche l’altro ieri.
Domani pioverà ancora.
Mi siedo un attimo
E ascolto la pioggia che cade senza sosta.
Se mi fermo un po’ ed osservo il cielo grigio,
posso percepire le sfumature di suono
che accompagnano le diverse frequenze con cui la pioggia cade.
Per lo più è un suono costante,
quasi una lunga suite su un accordo solo.
Ogni tanto passa un autobus
con la sua rumorosa scia di acqua
sollevata sui marciapiedi,
e il mare che in strada si agita,
spumeggia
e forma gorghi vorticosi
che trascinano al centro le prime caduche foglie d’autunno.
Come quegli improvvisi rivolti dissonanti
che i pianisti amano suonare a momenti
per creare tensione.
Continuo ad ascoltare.
Un tuono.
Anzi, una serie di tuoni.
Eccolo, il solo di percussioni.
Qualche goccia di pioggia si infrange sulla soglia della finestra,
rimbalzandomi addosso sotto forma di mille goccioline.
L’acqua cade abbondante adesso.
Si sente lo scrosciare di tanti piccoli torrenti
che si formano ai piedi delle abitazioni,
dove si raccoglie l’acqua dei tetti
e quella che adesso comincia a grondare dalle facciate dei palazzi.
Come tanti strumenti a fiato
che elegantemente improvvisano sullo stesso tema.
Senza ostacolarsi.
Un flusso armonico
e pacifico.
Dal punto in cui siedo, vedo i fili d’acciaio tesi fuori dalla finestra,
di quelli che servono a stendere i panni da asciugare.
L’acqua vi si raccoglie molto lentamente,
fino a formare dei goccioloni che si spostano a destra e a sinistra
a causa del vento.
Poi si ingrossano,
pendono
e cadono.
Quanto è piacevole questa nenia.
Ascolto il tempo che scorre.
Ascolto questo silenzio che non è muto.
Ascolto questo suono che non è rumore,
ma è musica.
È la musica dell’universo
Ed assume sempre un regime diverso.
È la musica che ascolta un matto
E ne sono assuefatto.
Ora che ne sono dipendente,
mi ci immergo come in un mare.
Posso spingermi fino alla sua profondità ed ascoltare i battiti del mio cuore.
Mi siedo su una conchiglia ed ascolto. E sento…
Batte piano il mio cuore. Mi concentro e lo sento.
Batte sempre in 4/4.
È una pompa che si contrae ed espande.
Il suo battito doppio mi da la certezza che il tempo è bossa nova.
Sono io il direttore di questa magica orchestra
Che mi sta allietando il pomeriggio.
Il basso fa da contrappunto
Ed è il flusso dei miei pensieri.
La mia poetica del groove
mi fa stare incollato al doppio battito della cassa
e cuore e cervello sono un unico strumento,
proprio come ogni coppia batteria/basso delle migliori sezioni ritmiche.
Adesso questa musica finirà
e io aspetterò
la dolce ballad della notte.
Non può piovere per sempre.
Bari, 26 settembre 2006