giovedì, agosto 31, 2006

Silenzio in chiave di basso..



Osservo te immobile,
silenziosamente e stancamente ti abbandoni con i fianchi lungo il muro,
in un angolo della mia stanza.
Continuo a fissarti e non so decidermi.
Ti prendo, ti lascio, ti sfioro.
Ti rispetto.
Per un attimo mi abbandono ai ricordi, a tutto quello che mi hai dato,
mentre un’altra giornata volge al termine.
Le tue curve perfettamente posate sul mio petto, avvinghiate alle mie spalle.
Nere, lucenti, lievemente livide.
Con la mia mano sinistra ti tenevo per il collo, mentre indice e medio della destra “camminavano” solleticandoti il ventre.
E allora tu trasformavi le mie carezze in musica.
La tua voce rendeva perfettamente il significato profondo delle mie emozioni.
Ogni giorno, ogni ora, per anni il mio sudore su di te.
Mi hai sempre dato tanto, mi hai sempre capito.
Poi hai cominciato ad attendermi per settimane. Aspettavi solo che ti prendessi in braccio, nei weekend.
Non mi hai mai tradito, anche se ho pianto, a volte, a pensarti lì, lontano da me, a pensarmi debole, incapace, inadatto; a dover constatare di non aver abbastanza tempo per te.
Ma poi tornavo, ogni settimana, e mi consolavi da ogni delusione, da ogni sconfitta, e con te condividevo ogni gioia, ogni eccesso di folle allegria.
Ed eri sempre la voce del mio cuore, all’esterno, il mio modo per farmi sentire vivo, unico, speciale.
Non badavo tanto alle note stonate.
Ogni volta che ti abbracciavo sentivo che il feeling era cresciuto, e lo sento tutt’ora.
E che piacere i complimenti, specie della gente sensibile!
Mi hai dato tanto, ed io ho sempre voluto darti di più, ma la vita è una sola, e va presa così come viene.
Adesso ti guardo, mentre siedo sul letto sfatto – sonno zero – e vorrei ricollegare quel filo che ci unisce.
Ma è notte fonda, e il mondo dorme.
Quel cavo elettrico in rame e gomma non ti darà voce stanotte, ma tu continua a regalarmi sempre emozioni nuove, caro il mio FENDER JAZZ BASS.


9 Comments:

Blogger Marta said...

Daaaaaaaaario!
complimenti per il sobrio debutto...
No, a parte tutto, bravo. E' molto elegante , soprattutto approvo la scelta delle foto | rigorosamente | BN |

Comunque inutile ribadire le mie influenze, proprio come le tue su di me: dato di fatto.

Purtroppo...

Baci, Ma'

settembre 02, 2006 10:15 AM  
Anonymous Anonimo said...

la mia autorizzazione è oltre che scontata, è un onore essere linkata da te, e se posso vorrei ricambiare. Sono con l'orecchio in attesa di nuovi suoni..
baci CHia'

settembre 02, 2006 2:31 PM  
Blogger Unknown said...

wellcome in the blogger word...che ti sia di soddisfazione come lo è per me....esperienza strana, coinvolgente, stimolante scrivere per altri (oltre che per se stessi...)apre la mente.....zero

settembre 04, 2006 5:02 PM  
Blogger vk-red said...

Thank you for your lovely comment on my photoblog.


Take care,
VK

settembre 08, 2006 11:36 AM  
Anonymous Anonimo said...

cretino ...
quello nella foto è un precision non un jazzbass

settembre 21, 2006 11:03 AM  
Blogger Da said...

Ommioddio..chi è questo sapientone? Peccato se la persona in questione è un musicista, data la presunzione e l'ignoranza.
1. A me cretino non me lo dice nessuno. Per di più un cagasotto che rimane anonimo...
2. A me le persone presuntuose e maleducate mi stanno sul cazzo
3. Per la cronaca, quello nella foto è un Tamaki, basso koreano degli anni 70, ma complimenti per l'occhio fino...Però non è tuo, che ne sai che è un Fender?
4. La poesia era dedicata ad una donna e allo stesso tempo al MIO Fender Jazz. Nessuno mi vieta di mettere nell'intervento una foto di un altro mio basso. Non ho scritto da nessuna parte che quello nella foto è un Fender Jazz.
4. Mi fai pena chiunque tu sia. E tristezza

settembre 22, 2006 9:33 PM  
Blogger Da said...

Devo aggiungere che sicuramente il nostro "cavaliere mascarato" è un povero coglioncello forse nemmeno ancora maggiorenne...
Tipico il tono saccente e presuntuoso..
Ti conosco mascherina

settembre 23, 2006 6:28 PM  
Anonymous Anonimo said...

Sì, lo stile è quello: parti da descrizioni curate e immaginifiche per andare a parare da tutt'altra parte alla fine.
L'unica differenza che noto sta nella "caduta" finale: la mia è greve, l'oggetto è veramente una cazzata - la scatola - e chiudo con un epitaffio alla Bombolo che uccide d'improvviso tutta la precedente poesia. Il mio è un qualcosa tendente al comico.
Tu invece hai come oggetto una chitarra, che davvero sa dare qualcosa - mica una scatola. E quindi il livello narrativo non decade, manca l'effetto comico greve e tutto si attesta semplicemente su un altro livello ma sempre alto.
La tua è piu' poesia in prosa, ben scritta. La mia piu' poesia satirica.

ottobre 01, 2006 8:38 AM  
Anonymous Anonimo said...

Hello. And Bye.

marzo 21, 2010 4:03 PM  

Posta un commento

<< Home