lunedì, marzo 17, 2008

Dipendenze (Parte I)


Ogni riferimento a persone e luoghi esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.


Che tu sia impiegato, operaio, studente, libero professionista, sai bene che dopo una giornata "pesante" non c'è niente di meglio che regalarsi un piccolo piacere della vita. Ma anche tanti...
Mi è piovuto in testa un temporale. Lancio distrattamente i vestiti su una sedia - bagno - una bella cagata liberatoria, con annessa una piacevole lettura. Gesti che, quando hai troppo tempo per te stesso, non sai più apprezzare. E poi il rito prevede una doccia calda, cantando qualcosa di frivolo (magari personalizzandone il testo). Ci sia asciuga al caldo accogliente della propria camera, si indossa qualcosa di esageratamente comodo. Ci starebbe bene della musica di sottofondo, ma stasera non mi va.
Per una volta mi voglio concedere una cena come si deve, e via con i piccoli piaceri della cucina. Sì che due omelette al prosciutto e mozzarella e un'insalata sono un piacere molto piccolo per un omone stanco a fine giornata, ma dovreste conoscere le mie insalate prima di affrettare un giudizio: insalata brasiliana, radicchio rosso, pomodori, mais, parmigiano in scaglie, maionese, mela verde, noci, un filo d'olio d'oliva, poco aceto balsamico e un pizzico di sale. Anche tutti questi colori sono importanti per soddisfare il corpo e la mente.
Mentre strappo una fetta di pane con le mani, ho in testa due brani che suonerò domani, ma continuo a confonderne i temi. A volte mi capita, accidenti! "Night And Day" e "Just Friends" sono i due pezzi incriminati di oggi. Ne inizio a cantare mentalmente uno, e subito, sugli stessi accordi, mi sovviene il tema dell'altro. Associando il mio cervello alla memoria di un PC, penso che forse mi servirebbe un bel defrag. E dire che per un bassista non dovrebbe essere un problema fare confusione sui temi di uno standard jazz, ma in passato mi è capitato di suonare "Yesterdays" invece che "Summer Time" oppure "Stella By Starlight" invece che "Beautiful Love". Riuscivo a recuperare in fretta i walkin', ma mi restava dentro uno sciocco straniamento per il fatto di sentire suonare un tema diverso da quello che mi ero immaginato in partenza.
Adesso spengo anche la musica, nel mio cervello, e sull'onda di un miraggio olfattivo, sballottato qua e là dal profumo del suo corpo, mi faccio una nuotata nell'idea della mia dipendenza da lei. E' come quando ti capita di avere per le mani qualcosa di tanto bello o che tanto hai desiderato, da non riuscire a credere che sia tuo davvero. "Tra un po' scopriranno di aver fatto un errore e me lo toglieranno" ti dici, mentre cerchi di usufruire di questa fortuna quanto più possibile prima che sia troppo tardi. Mi capita anche nei sogni e non so se sia comune a tutti (ma certamente lo è): se mi trovo in una situazione troppo paradossale, intuisco di essere in un sogno e riesco a svegliarmi volontariamente. Eppure l'odore forte di uova bruciate nella padella insieme a mozzarella abbrustolita mi ricordano che è tutto reale. Reale come il documento che devo consegnare domani al mio cliente domani mattina e che attualmente è al 60%. Reale come il dolore alla schiena che mi verrà trasportando giù per cinque piani di scale l'amplificatore del mio strumento, come i vaffanculo che si beccano l'ascensore, la società di manutenzione e il mio padrone di casa per l'ascensore rotto. E per l'aumento dell'affitto.
Rientro nel mio corpo e stacco la massa carbonizzata dalla padella antiaderente. Preparo un'altra omelette e sorrido ad uno scimpanzè di peluche, perchè lei non c'è stasera... ma domani ci sarà. E perchè i temporali non durano mai più di tanto.
(Fine 1° parte)